Vi ricordate il film in quattro atti “Boccaccio 70”, ispirato alle novelle del Decameron? E’ un film del 1962 in cui viene mostrata l’Italia degli anni Sessanta, quella del boom economico e dei cambiamenti culturali, attraverso la tematica del sesso. Gli episodi sono diretti da grandi maestri del cinema: De Sica, Visconti, Monicelli e Fellini. Nel secondo atto, “Le tentazioni del dottor Antonio” firmato da Fellini, ci imbattiamo in un coretto: “Bevete più latte/ il latte fa bene/ il latte conviene/ a tutte le età!/ Bevete più latte/ prodotto italiano/ rimedio sovrano/ di tutte le età./ Bevete più la …/ bevete più la …/ Bevete più latte!”. Intanto viene montato un enorme cartellone pubblicitario con una scollacciata Anita Ekberg che, sdraiata su un fianco, tiene in mano un bicchiere di latte. Fellini con la martellante e ossessiva filastrocca musicata da Nino Rota si burlava delle pubblicità e degli inviti debordanti al consumismo e lo faceva utilizzando i cambiamenti in atto nel comune senso del pudore, associando il latte al generoso seno della Ekberg. Ambientando la scena nella periferia di Roma, che strideva con l’eleganza dell’abito dell’attrice.
Ricordo il mio stupore quando, nel 2009, vidi lo spot di una nota azienda produttrice di latte in cui veniva usata quella stessa canzoncina come gingle, decontestualizzandola e svuotandola del suo significato originario, che era naturalmente anti-consumistico!

Da qualche giorno sta avvenendo qualcosa di particolarmente fastidioso riguardo il latte. L’industria lattiero-casearia ha bisogno di rilanciare la sua immagine e le vendite. Il Ministero delle politiche agricole ha messo in atto azioni strategiche a sostegno, vista la delicata fase in cui è piombato il comparto lattiero con la fine del regime europeo delle quote latte. Tanto osteggiate quando erano in vigore, con proteste clamorose, e tanto rimpiante adesso che c’è lo spauracchio del latte in arrivo da ogni dove, senza più tutele! L’obiettivo è quello di favorire il consumo del latte fresco, promuovendo le sue qualità. E partono gli spot martellanti con l’ormai onnipresente Carlo Cracco, Cristina Parodi (per capirsi, quella che non cucina), Demetrio Albertini e Giorgio Calabrese, nutrizionista. Un poker di facce televisive che ci sorridono bevendo liquido bianco, neanche fosse latte più del Korova Milk Bar! Oltre alla creazione degli spot il Ministero ha previsto ingenti investimenti economici. Poi, oltre alla crisi post quote latte, bisogna arginare i cali di vendite dovuti alla rivoluzione vegana che sta dilagando. Molti sperano sia solo una tendenza passeggera, ma anche se lo fosse lascerà uno strascico di conoscenze e nuove verità su un alimento tanto osannato.

Iniziamo col dire che nel 2013 gli esperti di nutrizione della Harvard University hanno eliminato latte e latticini dalla guida per una sana alimentazione. E se nel caso dei bambini viene consigliato un consumo moderato di questi alimenti, per quanto riguarda gli adulti si consiglia di eliminarli per il loro alto livello di grassi “cattivi” che potrebbero essere responsabili di disturbi cardiovascolari e aumentare l’incidenza di alcuni tipi di tumori.
I sostenitori del consumo del latte dicono che resta la fonte privilegiata e difficilmente sostituibile di calcio e ne raccomandano il consumo come protezione contro osteoporosi, ipertensione, diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Ma se è realmente così, come si spiega che l’osteoporosi raggiunge livelli più alti nelle popolazioni che maggiormente consumano latte, mentre, ad esempio, in Cina, dove nessuno beve latte, il problema è a livelli minimi? Magari per quanto riguarda il calcio, meglio rivolgersi ad altri alimenti, ricordando l’importanza di vitamina D e K per assimilarlo al meglio. Molti studi hanno, infatti, dimostrato come una dieta ricca di proteine animali (carne, latte e formaggi) sia estremamente acidificante costringendo i reni a lavoro extra per sopperire a questo problema. Così vengono sottratti alcuni minerali dalle ossa, tra cui il calcio. Quindi cercare calcio alimentandosi di latte e latticini in realtà ci farebbe ottenere l’effetto contrario, indebolendo le nostre ossa. Per contrastare la decalcificazione dobbiamo invece attingere alle sostanze basiche contenute in frutta e verdura, meglio se consumate crude, ai legumi e ai semi.

Il latte di mucca è ottimo se sei un vitellino e devi crescere in fretta. Una volta svezzato il vitellino non beve più latte, però. E noi? Noi siamo gli unici mammiferi che bevono latte dopo lo svezzamento e beviamo il latte di altri mammiferi! Non solo. Noi abbiamo pure inventato il latte crescita o di proseguimento, in polvere o liquido, da somministrare ai bambini dopo i 12 mesi. Prodotto caro e inutile, se non addirittura dannoso per l’alto contenuto di zuccheri. Il sapore dolce influenza il gusto del bambino che indirizzerà le sue preferenze verso cibi sempre più dolci, favorendo una dipendenza, oltre a ovvie tendenze all’obesità. Molti pediatri, però, ne consigliano l’uso, spesso a discapito dell’allattamento al seno, abbandonato troppo presto per comodità. E tornando ai vitellini, ahimè, anche loro sono costretti a rinunciare al loro allattamento al seno materno. Sì, perché il latte delle loro mamme finisce tutto sulle nostre tavole.
Il latte vaccino viene prodotto a sufficienza dalla mucca per sfamare il suo cucciolo all’incirca per 3 mesi. Le mucche sono costrette dall’industria lattiero-casearia ad affrontare una gravidanza continua. Inseminate artificialmente, vengono tolti loro i vitellini subito dopo il parto e nutriti con latte artificiale. Le mucche sono ingravidate dopo pochi giorni, mentre ancora piangono per il distacco forzato dai propri cuccioli, che intanto vengono cresciuti per diventare a loro volta mucche da latte, se femmine, o vengono nutriti appositamente per diventare tenera carne di vitello, da macellare dopo qualche mese di vita. Cosa è necessario per diventare buon cibo per umani? Poco, o meglio nessun, movimento per ottenere carne morbida, senza nodosi muscoletti duri; alimentazione formulata appositamente per renderli anemici e per ottenere quindi la tanto amata carne bianca. Le femmine, invece, come già le loro madri vanno incontro ad almeno 4-5 anni di tortura. Perennemente gravide, nutrite con alimenti super-proteici e riempite di ormoni, munte da macchine automatiche che provocano loro molta sofferenza e infezioni come la mastite. Le più fortunate ogni tanto riescono a pascolare fuori dalle loro stalle, ma negli allevamenti intensivi occupano box ristretti. Nelle pubblicità del latte tutto ciò non si vede. Ci sono prati a perdita d’occhio e vitellini felici che sgambettano intorno alle loro madri.
Siamo sicuri che il latte prodotto con questi sistemi sia un alimento veramente sano? Gli alimenti OGM che costituiscono i mangimi e gli ormoni somministrati alle mucche, gli antibiotici con cui vengono curate per le frequenti mastiti e il pus che si mischia al latte, come conseguenza di queste infezioni, durante la mungitura…..tutto ciò lo beviamo insieme al bianco latte!

Oltre alle problematiche di cui già abbiamo parlato ci sono altri danni che latte e latticini possono fare al nostro organismo: il latte bovino è un cibo altamente allergenico e contiene sostanze che possono causare sinusite, asma, problemi alle vie respiratorie e disturbi intestinali; contenendo l’ormone pro-lattina il latte può stimolare l’insorgenza di tumori della prostata, al seno, sul collo dell’utero e fibrosi vaginali. Insomma, ognuno di noi è libero di farsi male come vuole, ma se puntiamo, giustamente, il dito contro fumo e alcool, per i disturbi che comportano, forse sarebbe importante capire anche cosa mettiamo nel piatto e nel bicchiere, andando oltre i proclami della pubblicità! E se proprio ci piace l’idea di bere una tazza di latte, scegliamolo in una variante vegetale!