Voi ci credete al Karma? Al frutto delle azioni compiute? All’attivazione del principio di causa-effetto? Alle conseguenze morali che derivano dall’agire di un essere senziente e che ne determinano una diversa rinascita e un diverso destino?
Il Karma è un concetto centrale in molte religioni e filosofie. Karma è una parola sanscrita che può essere tradotta semplicisticamente come agire. Il concetto di Karma può riferirsi sia all’agire in senso stretto, sia a tutte le conseguenze derivate dalle azioni che un individuo ha compiuto nel corso della sua vita e delle sue vite passate. Parlando di Karma si intende che le azioni sono contemporaneamente causa e conseguenza di altre azioni. Non esiste il caso, ma ogni evento o gesto è interconnesso all’interno di un rapporto di causa ed effetto. Se le azioni di un individuo hanno effetti negativi la conseguenza sarà un Karma negativo, mentre se si agisce nel bene il Karma sarà positivo nella vita attuale e in quelle seguenti. Ciò che facciamo, i nostri gesti, le nostre parole hanno degli effetti e delle conseguenze sulle nostre stesse esistenze. I nostri errori, il male che abbiamo fatto, le nostre colpe ci presenteranno il conto e si ritorceranno contro di noi…
Allora ci credete? Io non sono mai stata una persona spirituale, sono materialista, cinica e spesso ho un approccio freddo alle filosofie religiose, ma il Karma non è solo religione, non è solo filosofia. Il Karma mi affascina, perché ha a che fare con il benessere psicofisico, perché ha a che fare con le leggi naturali, perché scegliere di agire nel bene è un ottimo principio di vita, perché può avere una interpretazione psicologica e soprattutto perché il debito Karmico esiste, eccome se esiste…
Vi racconterò una storia. Parla dell’amicizia, vera o presunta tale. Parla di dolore e parla di debito Karmico. E come ogni storia ha un titolo: “Ricordati che stai con Piero.”

«“Ricordati che stai con Piero.” Mi disse Federica guardandomi dritta negli occhi.
Certo che lo ricordavo. Piero. Il mio ragazzo. Quello che da almeno due mesi si faceva Nadia. Si, Nadia, la mia migliore amica, o così credevo. Piero, quello che aveva detto, appena due giorni prima, a Federica che lei, il 2 gennaio, mi avrebbe dovuto scaricare al posto suo. Piero, quello troppo codardo per guardarmi negli occhi, mentre mi comunicava che tra noi era finita.

Io sapevo tutto. Da mesi. Una ragazza certe cose se le sente. Appena avevo avuto un minimo sospetto avevo affrontato Nadia, ma lei aveva negato il suo interesse per Piero, e si era mostrata molto offesa dalla mia domanda: “siamo amiche, dimmi la verità, ti piace Piero?”
Per giorni non mi aveva rivolto la parola, poi tutto sembrava esser tornato a posto, ma io continuavo a sentire che qualcosa non andava con lei e non andava con Piero.
Anche Piero negava. Mi disse che addirittura non capiva come potessi essere amica di una stronza come Nadia. Lui non la sopportava proprio. Diceva che era infantile, invadente, logorroica.

Però il mio amico Andrea svuotò il sacco. Non riusciva più a far finta di non sapere. Mi raccontò cosa stava succedendo alle mie spalle, di come Nadia stuzzicasse Piero da tanto tempo e di come alcuni nostri amici si fossero coalizzati con lei, per far capitolare quel demente del mio ragazzo. Marika, la ragazza di Andrea, e Franco, un mio ex, sembravano i più decisi a farmi fuori, inventandosi ogni pretesto per far incontrare Nadia e Piero. Inoltre, Nadia aveva raggirato Benedetta, da sempre innamorata di Piero. Le aveva promesso che avrebbe fatto in modo che Piero mi lasciasse. Così lei avrebbe avuto campo libero… Povera Benedetta, ci cascò in pieno e fece il gioco della sua nuova amica. Insomma un sacco di gente stava boicottando la mia storia e ci riuscirono. Ormai tra Nadia e Piero era nato qualcosa. Si incontravano di nascosto, con la copertura della quasi totalità del mio gruppo di amici.

Parlai molto con Andrea. Mi fu molto vicino in quel periodo e gli sarò sempre grata per quello che fece, indagando e riferendomi tutti i dettagli di cui veniva a conoscenza.
Fu così che io e Andrea decidemmo di far finta di nulla. Volevo testare la lealtà e il livello di amicizia delle persone che avevo intorno. Volevo vedere chi avrebbe detto la verità. Mi aspettavo che almeno Federica o Maria, se intanto fossero venute a conoscenza della cosa, ne avrebbero parlato con me. Erano mie amiche. Le credevo amiche. Maria in quel periodo si era un po’ allontanata dal gruppo e sembrava essere tra i pochi a non sapere la verità, ma il tempo dimostrò che Federica ne era al corrente e si trovava ai livelli più alti della congiura che ordivano contro di me.
Mi aspettavo anche che, prima o poi, Nadia si lasciasse scappare qualcosa, giusto per vantarsi. Non è mai stata una tanto sveglia ed era facile che si tradisse da sola. Neanche Benedetta disse niente perché credeva che il premio per lei fosse Piero. Restò in silenzio anche quando fu chiaro a tutti che, in realtà, lei rimaneva fuori dai giochi e Piero era il trofeo di chi aveva architettato ogni cosa.

Piero decise, finalmente, che era ora di uscire allo scoperto, ma, codardo com’era, aveva bisogno che altri lo facessero al posto suo. Fu così che il pomeriggio del 29 dicembre, incaricò Federica di lasciarmi a suo nome. Ne parlarono tranquillamente sotto i portici del centro città e non si accorsero che dietro una delle imponenti colonne ci fossi io, nascosta nel mio cappotto nero. Sentii tutto. Ogni singola parola che uscì dalla bocca di Piero. Ogni singola parola mi si stampò a lettere cubitali nella mente, finché non le sentii nuovamente alcuni giorni dopo ripetute da quella specie di amica… Tutto era deciso. Il giorno designato era il 2 gennaio, così quelle due anime candide non mi avrebbero rovinato Capodanno.

Già, la festa di Capodanno. Piero la passava con amici di famiglia al mare e io con alcune amiche ad una festa in casa di conoscenti. Inutile dire che non avevo la minima voglia di andarci. Ero arrabbiata, delusa, triste. Avrei voluto passare la notte a piangere, da sola.
Invece andai.
La festa era decisamente triste. Un po’ per il mio umore e soprattutto perché il ragazzo che l’ aveva organizzata aveva appena subito un lutto e i genitori avevano accordato ugualmente che si svolgesse la festa, ma con musica bassa in rispetto al morto. Era veramente una serata in cui c’era poco di cui festeggiare. Però successe qualcosa di inaspettato. Mi misi a parlare con un ragazzo carino. Luigi. Parlammo tutta notte e bevemmo tutto l’alcool presente, comprese due bottiglie di Martini Bianco che trovammo nascoste in uno sgabuzzino nella cantina.
Martini caldo e liberatorio. Una bottiglia a testa bevuta a canna che ci aiutò a parlare di storie finite male, amicizie vere e fasulle. Flirtammo anche un po’.
Tra noi però non successe nulla, nemmeno quando ci appartammo. Avevamo solo bisogno di parlare e ascoltare… mi chiese a che punto consideravo la mia storia con Piero. Gli dissi che per me era finita, non volevo più saperne di lui, dello sciame di sciacquette che si portava dietro e dei suoi giochetti. Luigi mi sorrise e mi abbracciò. Ero pronta ad affrontare quello che mi aspettava. Il mondo era pieno di persone migliori con cui valeva la pena di condividere la propria felicità.

In quel momento arrivò, con atroce puntualità, la doccia fredda. Federica, contrariata, anzi proprio arrabbiata e con tono moralizzatore, mi disse: “Che cazzo fai! Ricordati che stai con Piero!”
Non potevo credere alla scena che prendeva vita sotto i miei occhi! Federica mi puntava il suo minaccioso indice contro il petto e continuava a fingere davanti all’evidenza!
Allora sbottai. “Tanto lo so già che mi vuol lasciare. Lo sappiamo entrambe. E’ finita… Allora lasciami in pace e fammi vivere la mia vita!”
Lei negò che Piero volesse lasciarmi, così come aveva negato il 29 dicembre, il giorno stesso in cui aveva ricevuto l’incarico, quando le dissi che avevo sentito che stavano parlando di me. Mentì quando le chiesi di cosa gli avesse parlato Piero. Mi disse che avevo capito male, che stavano parlando di fare una uscita a 4 con me e il suo ragazzo Franco (si proprio quel Franco che congiurava alle mie spalle) e per quello avevo sentito il mio nome. Disse che era tutto a posto.

Lei sapeva che io avevo sentito, e nonostante tutto in quel momento ebbe il coraggio di negare ancora. Mi disse che ero paranoica e lo sottolineò davanti a Luigi, aggiungendo che se Piero avesse saputo che ero lì con un altro gli avrebbe spaccato la faccia. Poi ci lasciò di nuovo da soli, ma il danno ormai era fatto. Idillio finito. Continuammo a bere e parlare, ma l’incantesimo era svanito.
Io ero di nuovo persa nella mia rabbia e nel mio dolore. Luigi era perplesso.
Qualche anno dopo mi confessò che all’epoca era cotto di me, ma dopo l’incursione di Federica pensò fosse meglio farsi da parte, perché la situazione tra me e Piero sembrava non ancora conclusa e lui non voleva mettersi in mezzo.
Il 2 gennaio nel pomeriggio arrivò la rottura, per voce di Federica che io insultai in ogni modo. Lei però era tutta felice e ottimista perché Piero mi mandava a dire che la porta era ancora aperta, perché mi voleva ancora bene e chissà magari un giorno sarebbe tornato sui suoi passi…

Inutile dire che una settimana dopo Nadia e Piero ufficializzarono la loro storia d’amore. Benedetta sperò fino all’ultimo di avere una possibilità, ma così non fu e un po’ mi dispiacque. Lo dissi anche a lei. La storia avrebbe avuto un colpo di scena di tutto riguardo se Piero avesse scelto lei e non Nadia, ma era tutto già scritto.
Io avevo sofferto per questa rottura e per la loro storia, già prima che tutto si concretizzasse. Non c’era più la mia storia con Piero. Non avevo praticamente più amici. Non c’erano più lacrime da versare, solo una vendetta da compiere. E non ci volle molto. A volte ai ragazzi basta una birra di troppo, o una canna di quelle che ti prendono un po’ male, per farli finire a piangere tra le tue braccia. E lui finì di nuovo tra le mie braccia, pochi mesi dopo la nostra rottura.

Nadia era stata ripagata con la sua stessa moneta. Io però continuavo a star male per quello che loro due mi avevano fatto e ancora di più per come si erano comportati quelli che credevo amici.
Mi allontanai un po’ alla volta da quel gruppo. E dopo qualche anno il debito Karmico tornò a presentare il suo conto.

La storia tra Piero e Nadia stava andando avanti, pareva a gonfie vele, ma quando ti fidi di una come lei, prima o poi, da carnefice diventi vittima. Poco importa se alla fine ho dovuto aspettare più di dieci anni per vedere le conseguenze di scelte sbagliate! Alla fine successe l’inevitabile!
Nadia lo tradì, e chissà quante volte lo aveva già fatto prima. Stavolta, però, fu un tradimento bello grosso. Tradì Piero con un amico, nonché fidanzato di una sua cara amica. La storia si ripete.
E indovinate chi era lei? Federica! Proprio lei dovette dire addio al suo fidanzato, proprio nel periodo in cui lei e Roberto pianificavano le nozze e ristrutturavano la casa in cui sarebbero andati a vivere insieme. E non potete immaginare quale suono dolce fosse per le mie orecchie il racconto di Federica che diceva di essere in crisi con Roberto e di quanto Nadia le fosse stata vicino e fosse vicino a Roberto, perché lui potesse chiarirsi i dubbi…
Ah! Il Karma!
Le dissi: “E tu ti fidi di Nadia? Dopo quello che ha fatto a me! Io al tuo posto considererei la vostra storia chiusa, se c’è lei di mezzo!” Lei diceva che io ero paranoica, che Nadia era una sua amica e la stava solo aiutando. Intanto però si faceva i fine settimana a sciare con Roberto, da sola. Come amici. Certo come amici.
Il Karma!
Intanto Nadia propose una pausa di riflessione a Piero e in quella pausa io non persi l’occasione di mandare un sms a Piero in cui lo avvisai di aver beccato più volte insieme, in atteggiamenti intimi, Nadia e Roberto. Sapevo che ogni sms era una coltellata nel cuore. Che bella sensazione la vendetta. Certo i due non facevano molto per nascondersi, visto che si facevano vedere intorno a casa mia insieme! Poi il loro amore fu sbandierato ai quattro venti e la mia rivincita fu completa.

Nadia si mostrò agli occhi di tutti per quello che era e non aggiungo altro! Federica e Piero, entrambi artefici e protagonisti del mio passato dolore, assaggiarono il piatto che era stato servito a me. Lo so, probabilmente anche io dovrò prima o poi scontare questi sentimenti cattivi e la gioia che ho provato con il susseguirsi di questi eventi, ma ne è valsa la pena.
Io sono felice.»

E allora? Ci credete al Karma?

 

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