I ricchi sono tornati di moda!

Ricordo un reportage di Riccardo Jacona andato in onda nel 2001, nella trasmissione Sciuscià di Santoro. Si chiamava Tutti Ricchi e raccontava la Porto Cervo estiva, vetrina dei vip in era berlusconiana. La tv si trasferisce al mare. Ricchezza e mondanità sono i contenuti. Feste, balli, locali esclusivi, villaggi vacanze, spiagge e yacht sono la scenografia. Da una parte i nuovi famosi usciti da trasmissioni come il Grande Fratello, che ci fanno credere che chiunque possa “arrivare” alla notorietà e alla ricchezza, insieme ai soliti vip da salotti televisivi (che siano quelli del Costanzo Show o di Buona Domenica poco cambia), alle veline di Striscia la notizia, e insieme ai nomi di tendenza, come Briatore o Santanchè o Roberto Cavalli o Totti. Imprenditori, manager, stilisti, politici, calciatori. Tutti in mostra.
Dall’altra parte la gente comune che è disposta a pagare cara una vacanza in Sardegna, pur di respirare la stessa aria dei loro idoli. Sì, perché il villaggio vacanza paga i personaggi famosi per passare l’estate nella loro struttura. Così la gente comune è spinta ad andare in ferie nello stesso posto. Ci guadagnano tutti: albergatori che fanno il pieno ad ogni stagione, locali in cui tutti si riversano per veder ballare la divetta di turno, vip che si fanno pubblicità e vacanza senza aprire il portafoglio, imprenditori che investono pagando i gettoni ai personaggi e spendono decisamente meno che rivolgendosi alla pubblicità cartacea sui giornali o riviste….ma chi ci rimette?
La persona comune che dopo un anno di sacrifici spende tutto per una vacanza in cui annusa la ricchezza, senza averla e si illude di poterla avere, solo perché la vede sfilare davanti ai suoi occhi o perché si è “potuto” fare una foto con il calciatore del cuore. Illusione. Potersi sdraiare sul lettino in spiaggia a 100 metri da Naomi Campbell e Briatore non significa ottenere, per osmosi, la loro ricchezza e la loro fama. Significa solo cadere nella loro rete. Ricordo immagini di persone che stazionavano sui moli per vedere chi partecipava alle feste sugli yacht; locali in cui i vip erano visibili all’interno di privè chiusi da pareti di vetro, come una sorta di acquario-vetrina; file separate tra vip e persone comuni per entrare in discoteca….
All’epoca ci illudevano, facendoci credere che quella ricchezza potesse essere alla portata di tutti. Se puoi vederla puoi accedervi anche tu! Molti ci hanno creduto, era implicito nel messaggio berlusconiano.

Oggi siamo devastati da anni di crisi, disillusi sulla possibilità di diventare ricchi e disincantati dalle promesse politiche. Nell’ottobre 2016 Michele Santoro ha ripreso quel viaggio intrapreso 15 anni prima da Jacona, per vedere come siamo cambiati nel rapporto con la ricchezza. Il reportage Tutti ricchi (per una notte) ci ha portati nelle nuove mete del divertimento di élite: Ibiza e Dubai. L’illusione della ricchezza è svanita, resta solo la necessità del sentirsi ricco nello sballo di una notte e di farlo comunque, sempre, nei luoghi più gettonati dai vip. A Ibiza, tra spiagge riservate e yacht esclusivamente off limits, il collante tra vip e persone comuni sono le socialites, ragazze diventate famose per le foto che pubblicano sui social, e la droga, il vero motore dell’isola che spinge i vacanzieri a riempire i locali spendendo, spesso in una notte, le loro misere ricchezze.
A Dubai va, invece, in scena la ricchezza più sfacciata con persone che arrivano a spendere 500mila euro a serata. Lusso sfrenato che non è più alla portata di tutti.
La ricchezza ormai ci viene sbattuta in faccia. Guardare, ma non toccare.

FoxLife ci ha mostrato, nel 2015, la vita di alcune fortunate signore dell’alta borghesia partenopea in Lucky Ladies. Una sorta di docu-reality che ha raccontato vita privata, carriera, famiglia, progetti e rapporti sociali di sei donne definite “belle, stravaganti e fortunate (molto fortunate)”. Feste, abiti meravigliosi, case splendide, lusso e ricchezza. Una ricchezza ostentata, sì, ma per spezzare una mezza lancia in favore del programma, si raccontavano storie di donne lavoratrici, con ruoli anche importanti, donne che ce l’hanno fatta e non perché ostentano tette e culi sui social!

Il peggio non si fa attendere molto e su Rai2, nel settembre 2016, va in onda Giovani e Ricchi, docu-reality sui rich kids italiani. Classici figli di papà multimilionari, che ostentano il lusso della loro vita agiata sui social. Quattro super ricchi, auto di lusso, ambienti esclusivi, una vita senza problemi. C’è Alberto, figlio di un imprenditore veneto dell’abbigliamento che ha una Maserati ricoperta di velluto nero; Camilla, con alle spalle una famiglia di imprenditori nel settore marmi, laureata alla Bocconi e specialista in eventi mondani; Giovanni, con base a Londra, attivo nel ramo calciatori, fidanzato con una ricca russa e guida una Bentley ricoperta d’oro; Federico, torinese che si professa ricco per meriti paterni e predilige abiti su misura. Il tutto è mostrato senza un punto di vista. Non vengono esaltati, né giudicati… bene, il giudizio morale ce lo metto io, però! Che messaggio dà una simile trasmissione a chi non sa più dove andare a sbattere la testa? Mostrare il lusso fine a se stesso, in un paese in cui il tasso di disoccupazione giovanile è alle stelle, è pura follia! Perché non far vedere anche la vita di quattro persone comuni che si barcamenano tra inquietanti colloqui di lavoro, turni infiniti, licenziamenti via mail e spesa nel discount con la calcolatrice in mano?

Mtv rilancia. A novembre ha, infatti, preso il via un altro docu-reality: Riccanza. Sotto i riflettori la vita lussuosa di sette giovani ricchi. Ancora auto di lusso, vacanze da sogno, ville stratosferiche, cabine armadio grosse quanto il mio appartamento… Quattordici puntate di ricchezza ostentata senza limiti, vite fuori dall’ordinario raccontate, secondo gli autori, con ironia, leggerezza e naturalezza. Mi pare il minimo, cosa volevano anche farcela pesare la loro ricchezza?
Tra i sette nati ricchi, spicca Elettra Miura Lamborghini, rampolla della nota casa automobilistica, ma del gruppo fanno parte anche Gian Maria un fashon blogger collezionista di scarpe; Anna che non ha la patente, ma possiede cinque auto di lusso; Cristel che si muove solo in Ferrari o in elicottero; Farid il cui padre è un importante costruttore persiano; Niccolò appassionato di vestiti griffati e vacanze in mete esclusive; e Tommaso, figlio di un pubblicitario che non si sveglia mai prima di mezzogiorno. Insomma un bel quadretto, in barba a chi non sa più nemmeno cosa sia una vacanza!

Stili di vita off limits ai più, esaltati dalla scorsa estate, da un personaggio spuntato fuori dal nulla e diventato un fenomeno dei social network. Chi non conosce Gianluca Vacchi, inventore del ballo dell’estate 2016 che ha fatto il giro del web, ottenendo milioni di visualizzazioni!? Vacchi però non è un attore, né un ballerino. È il figlio di un ricco imprenditore che ha fondato una multinazionale leader mondiale nel packaging. Nella sua vita ,sbandierata sui social, ci sono amici vip, lusso, feste in piscina, balli sugli yacht e un brand: GV lifestyle. Ultimamente però si parla meno dei suoi balli e più dei suoi presunti debiti.

I ricchi, però, continuano a imperversare sui social e se fino a poco tempo fa ostentavano le loro vite perfette su Instagram, mischiandosi a noi poveri comuni mortali, adesso hanno un loro esclusivo ed elitario social in cui ghettizzarsi. Visto che chiunque può utilizzare gli hashtag #richkids sui social fingendosi ricco, magari facendosi una foto appoggiandosi ad una macchina di lusso non sua, c’era il bisogno di mettere un distinguo, per non mischiarsi con la plebaglia. Con lo slogan snob “Tutti possono avere un account su Instagram, ma solo i ricchi possono aprire qua il loro profilo, su un social esclusivo” ha ufficialmente aperto i battenti Rich Kids, social network riservato ai giovani ricchi che permette loro di condividere il proprio lusso in un sito riservato, alla modica cifra di 1000 euro al mese! Un sito, corredato di app, a cui può partecipare solo chi può permetterselo, perché come recita un altro dei loro slogan: “Se per te è troppo, non è per te”.
Aprendo richkids.life si è accolti dalla frase “Discover and be inspired by the real rich and famous” e ci imbattiamo nelle trending photos: magnum di cristal come se piovesse, cuscini di banconote, orologi d’oro, macchine di stralusso e aperitivi in piscina, il tutto immortalato di fianco a ragazzetti e ragazzine che mostrano, nei loro sguardi vuoti e con i loro atteggiamenti, molto più dei loro anni.
Il sito è pieno di slogan e frasi motivazionali: “goditi l’attenzione esclusiva che meriti”; “diventa membro del social network più esclusivo del mondo”; “siamo il social con i giovani più ricchi e interessanti”; “otterrai la possibilità di entrare in contatto con altri come te e non con una moltitudine di utenti qualsiasi e poveri.”
Scrivono anche “Being rich is boring when nobody sees you”…perché, comunque, vogliono esser guardati, tanto che il sito permette di sbirciare ai non iscritti, accedendo con le credenziali di Facebook. Il povero può sbavare sulle loro ricchezze, mentre questi giovani vuoti sfottono chi non ha la loro agiatezza,. Loro, però, non hanno nessun interesse a guardare gli altri. I poveri possono guardare, ma non partecipare al gioco del ricco, a meno che non tirino fuori i 1000 euro al mese…

Certo che bisogna dirlo, c’è anche un lato umanitario in tutto ciò: sembra che un terzo dei soldi pagati per iscriversi vada in beneficenza, per permettere ai bimbi poveri di studiare e condurre una vita migliore. Bene, così il paparino che da la mancia di 1000 euro al mese al viziato figlioletto, può anche, comodamente, scaricarli dalle tasse come beneficenza… furbi loro, trovano sempre il modo di guadagnare!

La cosa più triste è la solitudine che emerge in queste immagini di lusso sfrenato. Ragazzi che si sventagliano con mazzette di soldi. Auto dorate. Primi piani di facce lucide e tirate dalla troppa chirurgia plastica. Nuotate notturne in piscine illuminate. Aerei privati. Sacchetti griffati. Non vedo gruppi di amici. Forse qualche fidanzata con lo sguardo vuoto e le tette finte, ma questi ragazzi che si divertono a dar fuoco alle banconote o a distruggere auto di lusso mi sembrano di una tristezza e di una solitudine catastrofica.
No, non invidio i loro soldi e le loro vite. Io non vorrei essere al loro posto. Io vorrei che non esistesse il loro posto. Vorrei la fine del capitalismo. Vorrei la fine delle disuguaglianze. Vorrei che tutti avessero quello di cui hanno realmente bisogno e non si tratta di un’auto rivestita di velluto nero.