“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”

Il 2021 sta per finire… e, sinceramente, non vedo l’ora!
È stato un anno veramente difficile.  Non che i precedenti siano stati rose e fiori, ma questo ha dato pochi attimi di tregua.
È iniziato con una mia rovinosa caduta dalle scale, di cui ho portato i segni per una buona metà dell’anno. Poi ci sono state le malattie di mio babbo. Due tumori intervallati da due mesi di positività al Covid. Mesi di ospedali e di esami e due interventi tosti, prima al rene, poi al polmone. Grazie al tempismo delle diagnosi e alla bravura dei medici (non dirò mai la frase “grazie a dio” perché bisogna ringraziare chi veramente ha i meriti, cioè i progressi in medicina e bravi chirurghi!) adesso sta bene, ma non è stato semplice ed è ancora fisicamente indebolito.
E poi le snervanti quarantene. Ne ho fatte due. L’ ultima è finita poco prima di Natale ed è stata contraddistinta dall’inefficienza dell’Ats che mi ha comunicato in ritardo l’inizio della quarantena. E a cascata ci sono state l’impossibilità di prenotare un tampone seguendo l’iter dell’sms dell’Ats, le mille telefonate e mail senza risposta. I medici di base che non sanno più cosa devono fare e i certificati di fine quarantena che non arrivano non hanno aiutato ad affrontare bene la situazione. Fortuna che sono risultata negativa al test fatto a mie spese, ma di questo passo non ne usciremo mai. Due anni di Covid e ancora tanta disorganizzazione. Insomma, siamo dentro questa perenne lotta contro il Covid, che nessuno sembra voler sconfiggere veramente e che sta dilaniando economia e società e sta tirando fuori il peggio (e l’ignoranza) di tante persone.
E questo nascente disprezzo per la cultura, questo odio per la scienza e la medicina, sinceramente non lo capisco! Perché fare dell’ignoranza un vanto? Da quando in ambito medico ci fidiamo più del parere di un idraulico piuttosto che di quello di un esperto?
E non parlo solo di Covid, ma di tutte le realtà drammatiche che ci circondano.  Ad esempio la negazione dei cambiamenti climatici è una delle cose che più mi devastano!

Ciò che mi destabilizza più di tutto è il sentirmi come una inutile goccia d’acqua in mezzo al mare. Una goccia che si agita, si dibatte, cerca di contrastare l’onda e di non esserne travolta. Una goccia che vorrebbe trascinare contro la corrente dell’indifferenza tutte le gocce che ha intorno, ma si ritrova da sola a lottare e finisce risucchiata giù nei freddi abissi.
Questa sono io. Determinata. Controcorrente. A disagio. Delusa. Incazzata. Spaventata.

Il cambiamento climatico e ciò che di tangibile già sta causando (ed è solo una infinitesima parte di ciò che comporterà) mi terrorizzano. E ancor di più mi terrorizzano le persone che se ne fregano, quelle che sono tanto stupide, quanto cattive e non trovano niente di meglio da fare che insultare una ragazzina come Greta Thunberg, perché li costringe a pensare. E ancora di più mi distruggono quelli che sbraitano contro i governanti che non attuano politiche ambientaliste, ma si rifiutano di cambiare le loro abitudini e continuano a comprare auto a benzina, e continuano a mangiare carne. E se fai notare questa loro contraddizione, ti rispondono che lo fanno perché a loro piace. Perché il problema è proprio questo: delegare agli altri il cambiamento, ma guai se dobbiamo rimetterci in prima persona. Non accettiamo rinunce. Dobbiamo riempire i nostri stomaci di inutili bistecche. Dobbiamo inquinare con le nostre auto rombanti. Dobbiamo continuare a riempirci le casa di casse di bottiglie di plastica. Dobbiamo evitare di fare la raccolta differenziata perché ci annoiamo a dividere lo yogurt scaduto dal suo vasetto…
Vogliamo mantenere le nostre abitudini, le nostre comodità. Ci pensino i governi a risolvere i problemi! Giusto? No. Non lo è.

Le cose si possono cambiare solo se un tema è considerato sensibile dalla stragrande maggioranza delle persone, e se la richiesta arriva chiara e ferma dal basso. Serve un grosso movimento a sostegno delle evidenze scientifiche, che spinga i governati a dover intervenire per forza!
Altrimenti non succederà niente, come niente sta succedendo, nonostante i forum internazionali e i loro bla, bla, bla. Perché le abitudini dei potenti sono più fighe delle nostre e loro hanno le risorse per pararsi il culo, qualsiasi cosa succeda. Perché dovrebbero cambiare loro, se non lo vogliamo nemmeno noi! Noi non rinunciamo a una Fiat a benzina, perché loro dovrebbero dismettere le loro Ferrari o il jet privato? Noi non rinunciamo a una fettina di appiccicoso prosciutto cotto prodotto in Brianza, perché loro dovrebbero smettere di mangiare una bistecca di manzo di Kobe?

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” come diceva il Mahatma Gandhi.

Ed è il momento di fare la differenza. E il momento più opportuno per farlo è proprio adesso. Altrimenti non ci sarà più la possibilità di tornare indietro. Non c’è un piano B, né tanto meno un pianeta B. Se non agiamo adesso il cambiamento climatico sarà inesorabile. E porterà con se ancora altre pandemie. Porterà un aumento dell’immigrazione, stavolta di tipo climatico. Porterà alla perdita della biodiversità, alla diminuzione di risorse e all’aumento dei costi alimentari.
Non riuscite a vedere il collegamento tra un grado e mezzo in più di temperatura e tutto questo? Non vedete il nesso tra clima e Covid? Non capite come lo scioglimento di un ghiacciaio possa incidere sulle nostre inutili vite? Non capite cosa hanno a che fare gli allevamenti intensivi con l’inquinamento? Allora, invece di girarvi dall’altra parte informatevi. Ci sono documentari splendidi, e spaventosamente inquietanti, su questi temi. Li trovate facilmente sulle vostre piattaforme di streaming. Ci sono trasmissioni di approfondimenti e inchieste che si possono vedere anche sulla tv generalista (non cercatele su Mediaset, lì hanno negato il cambiamento climatico fino a due giorni fa…). Guardate Rai Tre per esempio. Le inchieste di Sabrina Giannini sono un buon punto di partenza. Se poi volete approfondire ulteriormente, in rete potete trovare tutto quello che c’è da sapere.
Ignorare un problema non significa che il problema non esiste. Non scomparirà da solo. Dobbiamo mettere in atto soluzioni prima possibile. Possiamo farlo, ma dobbiamo farlo da subito e dobbiamo farlo tutti. Non sono azioni difficili. Altrimenti lasceremo alle prossime generazioni un pianeta completamente diverso, inospitale e irrecuperabile. E se sappiamo guardarlo, cogliamo già adesso il cambiamento in atto. I tanti incendi che si sono propagati quest’anno e le sempre più devastanti alluvioni ne sono un drammatico esempio. L’Italia ha un clima diverso. L’aria è sempre meno respirabile. Ve ne siete accorti oppure siete troppo impegnati a guardare le finte verità di trasmissioni come Forum o i reality spazzatura?

Regaliamoci un po’ di tempo per riflettere su quanto sta succedendo al nostro pianeta e su quali passi concreti possiamo mettere in atto per invertire la rotta.
Regaliamoci un 2022 più consapevole. Un anno in cui poter fare la differenza.